C’era una volta un bravo folletto,
di foglie aveva la casa, le mura e il tetto.
Tranquillo viveva nella radura
Ammirando le meraviglie della natura;
Il mondo delle piante lo affascinava
Ma c’era un solo albero dove abitava:
Vicino alla casa del caro folletto
Viveva il pino mugo, amico diletto!
Mentre Rametto a casa non era,
Nelle giornate di primavera,
Il pino mugo rimaneva da solo
Ad ascoltar il canto dell’usignolo;
Quand’egli dai suoi viaggi tornava,
Il pino mugo tutto triste trovava:
Non aveva amici alberi, poverino,
Non c’erano piante lì vicino!
Per questo il folletto si lamentava.
Il pino mugo anche lui si lagnava.
Decisero che si doveva andarle a cercare
E i loro semi a casa portare;
Li avrebbero piantati nella radura,
Intorno al pino mugo, una casa sicura.
Rametto intravedeva giorni felici:
Avrebbe avuto tantissimi amici!
«La foresta è piena di piante interessanti»,
Disse il folletto facendo provviste abbondanti.
Rispose il pino mugo: «Buon viaggio!
Troverai piante di alto lignaggio».
«Ciao pino mugo», disse Rametto,
«Sarò di ritorno entro un mesetto».
Poi su nel vento, come gli uccelli,
«Porterò i semi degli alberi belli!».
La magnolia aveva un fiore stravagante,
Tra tutti i fiori il più elegante.
«Degli alberi belli vorrei un seme ciascuno.
Se non disturbo, ne prenderei uno».
«Serviti pure grazioso folletto»,
Disse la farfalla facendo un balletto.
«Girare il mondo richiede coraggio,
Ti accompagnerò in questo tuo viaggio!».
Ed ora arrivò volando al ciliegio
Che produceva fiori di grande pregio.
Volteggiò sopra i rami, girando nell’aria
E vide l’aquila ergersi autoritaria.
«Che bei frutti, son lucidi e rossi»,
Disse Rametto con occhi commossi.
«Si chiaman ciliegie, piccolo amico,
Contengono i semi, puoi prenderli dico».
«Hai visto un bell’albero qui vicino?».
Chiese il folletto al cardellino.
«L’ulivo vive con il suo gemello,
Proprio vicino a questo ruscello».
L’ulivo, simbolo di virtù e di pace,
Aveva l’aria di una pianta sagace.
Rametto prese una coppia di olive,
Per il futuro aveva tante aspettative.
L’Ippocastano si ergeva austero,
Con portamento elegante e fiero.
Produceva palline spinose,
Le lontre si avvicinaron curiose.
«I marroni son dentro, di toccarli hai paura?
I ricci son solo una scorza sicura».
Rametto rispose facendo frastuono:
«Certo che no! Coraggioso io sono!».
Il ginkgo di certo è una pianta antica,
Per questo il folletto la voleva amica,
Viveva in collina sotto il sole,
Il panda, lì vicino, faceva capriole.
«Del Ginkgo cerco i semi, sai dirmi?
Caro panda, son certo che puoi capirmi».
«Follettino, il ginkgo non fa frutti,
Quelli son semi e puoi prenderli tutti!».
Le foglie del pino eran sottili e puntute,
Simili ad aghi eran cresciute.
L’albero era molto particolare,
Il folletto si soffermò ad osservare.
Certo la pigna è una struttura interessante,
Non è un frutto come fan le altre piante,
Ma di semi ne contiene tanti.
Disse il coleottero: «Prendili, avanti!».
Infine giunse all’albero possente,
Simbolo di forza e coraggio ardente.
La quercia nel cielo si stagliava,
Lì vicino, il cinghiale grufolava.
«Che grande albero, qual è il suo frutto?».
Chiese al cinghiale che conosceva tutto.
«La ghianda è il suo frutto nutriente»,
Rispose il cinghiale, animale sapiente.
Più la collezione di semi aumentava
Più Rametto felice in tondo saltava,
Teneva molto ai suoi nuovi amici,
Avrebbero avuto delle forti radici!
Beato continuava nell’avventura più bella,
Guidato dal sole, la più fulgida stella.
In mezzo ai rami nella foresta volava,
I semi ai begli alberi così domandava.
Infine, di tornar a casa giunse l’ora,
Il pino mugo lo accolse con gioia sonora.
«Sei stato via a lungo, amico mio alato,
Non ti nascondo… mi sei mancato!».
«Ora non resta che i semi piantare
Ma io non ho mani con le quali scavare…».
«Non disperare», disse Rametto,
«Ci penso io, foglioso amichetto!».
Era giunto il momento di darsi da fare.
Rametto prese gli attrezzi e iniziò a lavorare.
Con grande impegno dissodò il terreno,
I semi curò per un anno almeno.
Ogni giorno l’acqua loro portava.
I germogli accudiva e dissetava,
Finché crebbero alti e belli,
I loro nuovi amici: dei forti alberelli!
di foglie aveva la casa, le mura e il tetto.
Tranquillo viveva nella radura
Ammirando le meraviglie della natura;
Il mondo delle piante lo affascinava
Ma c’era un solo albero dove abitava:
Vicino alla casa del caro folletto
Viveva il pino mugo, amico diletto!
Mentre Rametto a casa non era,
Nelle giornate di primavera,
Il pino mugo rimaneva da solo
Ad ascoltar il canto dell’usignolo;
Quand’egli dai suoi viaggi tornava,
Il pino mugo tutto triste trovava:
Non aveva amici alberi, poverino,
Non c’erano piante lì vicino!
Per questo il folletto si lamentava.
Il pino mugo anche lui si lagnava.
Decisero che si doveva andarle a cercare
E i loro semi a casa portare;
Li avrebbero piantati nella radura,
Intorno al pino mugo, una casa sicura.
Rametto intravedeva giorni felici:
Avrebbe avuto tantissimi amici!
«La foresta è piena di piante interessanti»,
Disse il folletto facendo provviste abbondanti.
Rispose il pino mugo: «Buon viaggio!
Troverai piante di alto lignaggio».
«Ciao pino mugo», disse Rametto,
«Sarò di ritorno entro un mesetto».
Poi su nel vento, come gli uccelli,
«Porterò i semi degli alberi belli!».
La magnolia aveva un fiore stravagante,
Tra tutti i fiori il più elegante.
«Degli alberi belli vorrei un seme ciascuno.
Se non disturbo, ne prenderei uno».
«Serviti pure grazioso folletto»,
Disse la farfalla facendo un balletto.
«Girare il mondo richiede coraggio,
Ti accompagnerò in questo tuo viaggio!».
Ed ora arrivò volando al ciliegio
Che produceva fiori di grande pregio.
Volteggiò sopra i rami, girando nell’aria
E vide l’aquila ergersi autoritaria.
«Che bei frutti, son lucidi e rossi»,
Disse Rametto con occhi commossi.
«Si chiaman ciliegie, piccolo amico,
Contengono i semi, puoi prenderli dico».
«Hai visto un bell’albero qui vicino?».
Chiese il folletto al cardellino.
«L’ulivo vive con il suo gemello,
Proprio vicino a questo ruscello».
L’ulivo, simbolo di virtù e di pace,
Aveva l’aria di una pianta sagace.
Rametto prese una coppia di olive,
Per il futuro aveva tante aspettative.
L’Ippocastano si ergeva austero,
Con portamento elegante e fiero.
Produceva palline spinose,
Le lontre si avvicinaron curiose.
«I marroni son dentro, di toccarli hai paura?
I ricci son solo una scorza sicura».
Rametto rispose facendo frastuono:
«Certo che no! Coraggioso io sono!».
Il ginkgo di certo è una pianta antica,
Per questo il folletto la voleva amica,
Viveva in collina sotto il sole,
Il panda, lì vicino, faceva capriole.
«Del Ginkgo cerco i semi, sai dirmi?
Caro panda, son certo che puoi capirmi».
«Follettino, il ginkgo non fa frutti,
Quelli son semi e puoi prenderli tutti!».
Le foglie del pino eran sottili e puntute,
Simili ad aghi eran cresciute.
L’albero era molto particolare,
Il folletto si soffermò ad osservare.
Certo la pigna è una struttura interessante,
Non è un frutto come fan le altre piante,
Ma di semi ne contiene tanti.
Disse il coleottero: «Prendili, avanti!».
Infine giunse all’albero possente,
Simbolo di forza e coraggio ardente.
La quercia nel cielo si stagliava,
Lì vicino, il cinghiale grufolava.
«Che grande albero, qual è il suo frutto?».
Chiese al cinghiale che conosceva tutto.
«La ghianda è il suo frutto nutriente»,
Rispose il cinghiale, animale sapiente.
Più la collezione di semi aumentava
Più Rametto felice in tondo saltava,
Teneva molto ai suoi nuovi amici,
Avrebbero avuto delle forti radici!
Beato continuava nell’avventura più bella,
Guidato dal sole, la più fulgida stella.
In mezzo ai rami nella foresta volava,
I semi ai begli alberi così domandava.
Infine, di tornar a casa giunse l’ora,
Il pino mugo lo accolse con gioia sonora.
«Sei stato via a lungo, amico mio alato,
Non ti nascondo… mi sei mancato!».
«Ora non resta che i semi piantare
Ma io non ho mani con le quali scavare…».
«Non disperare», disse Rametto,
«Ci penso io, foglioso amichetto!».
Era giunto il momento di darsi da fare.
Rametto prese gli attrezzi e iniziò a lavorare.
Con grande impegno dissodò il terreno,
I semi curò per un anno almeno.
Ogni giorno l’acqua loro portava.
I germogli accudiva e dissetava,
Finché crebbero alti e belli,
I loro nuovi amici: dei forti alberelli!