FRANCESCO GOZZO
  • Home
  • Libri
    • Odissea per TRAPPIST-1
    • Xenomelia
    • Il Segreto di Silver City
    • Omicidio nel Quartiere del Dragone
  • Racconti
    • Fantascienza >
      • Il Costruttore di Mondi
      • Il Motore Immobile
      • Il Piano Astrale
      • L'ultimo padiglione
      • La Città Cupola
      • La Colonia Madre
      • La Sonda di Bracewell
      • Progetto Odissea
      • Punto di Non Ritorno
      • Reperto 2X4K Umano in Criostasi
      • Ritorno al Grande Mare
      • Xenomelia
    • Fantasy >
      • Animali Veloci e Cacciatori Lenti
      • Faida nel Deserto
      • L'attacco del mastodonte
      • La Cripta del Simbionte
      • La Tribù del Falco
      • Lastelor
      • Xargoth L'Immortale
    • Fiabe & Favole >
      • Per Bambini >
        • Alice e il pesce dorato
        • Rametto il Folletto
        • Sir Percival il Pesce
        • Sir Percival il Pesce e la Dama del Lago
        • Taito della Foresta Blu
      • Per Adulti >
        • Gulden Draak
        • Luppolo Mannaro
        • Wyatt - Operazione Zuppa di Pesce
    • Horror >
      • La preda che si credeva il cacciatore
      • Una giornata al Santa Dinfna
    • Humor Nero >
      • Taigeto
    • Science Fantasy >
      • Marit
    • Supereroi >
      • Missione Sottomarina
      • Unità Contenimento Disastri
  • Patreon
  • Chi Sono
    • Concorsi Letterari
    • Domande Comuni
  • Contatti

la tribù del falco

Genere:   fantasy,   azione,   primitivo.

1° racconto della serie La Tribù del Falco (il 2° è Faida nel Deserto)
Questo è un video di approfondimento sulla razza che ho creato per scrivere questo racconto.
​Se avete voglia di darci un occhio potete guardarlo sia prima che dopo averlo letto.
Le prime luci dell’alba filtravano timidamente all’interno della caverna ma furono sufficienti per destarlo. Korm sbadigliò rigirandosi in un frusciare di paglia. La sua compagna e la sua lancia riposavano di fianco a lui, una su un lato, l’altra sull’altro, in un ruvido abbraccio di legno e squame.

Sbattè le palpebre un paio di volte e poi si alzò: non era il momento di concedersi riposo non necessario. Indossò l’armatura di ossa e strinse le fasce in cuoio che la tenevano insieme legandone stretti i lacci. Prese la lancia e l’accarezzò con i possenti artigli: sarebbe stato un giorno di caccia!

Uscì dalla caverna immergendosi nel tenue bagliore che il sole arancione irradiava dall’orizzonte e inspirò il delicato sentore di rugiada che ricopriva la roccia come un velo. Il vento soffiava frizzante e dalla sommità della formazione rocciosa scrutò il territorio circostante: la savana si estendeva a perdita d’occhio sulla sinistra, un mare giallo arancione di erba secca in netto contrasto con la volta verde della foresta che dalla sua destra arrivava fino a inerpicarsi sulle montagne all’orizzonte. Rocca del Falco si trovava proprio nel mezzo e dalla sua sommità si poteva scrutare il territorio circostante da una posizione sicura.

Korm percorse il sentiero che portava ai livelli più bassi, la Tribù del Falco si stava svegliando e uscendo dalle proprie grotte lo salutarono con profondi inchini che lui ricambiò con lievi cenni del capo. Arrivato a metà dell’altezza trovò ad attendero la sua squadra composta da dieci elementi selezionati tra i migliori cacciatori. Si salutarono con bassi ruggiti battendo gli artigli l’uno con l’altro poi Korm si pose in testa al gruppo e abbandonò il sentiero discendente per dirigersi sul lato di Rocca del Falco che dava sulla foresta dove, dopo pochi passi si ritrovò immerso in un magnifico giardino popolato da ogni tipo di albero e arbusto. Vi erano una gran quantità di piccole lucertole che scorrazzavano tra le piante e minuscoli mammiferi scavavano la terra in prossimità delle radici a caccia di insetti. Gli apprendisti sciamani si prendevano cura di tutte le forme di vita del giardino potando, innaffiando, concimando e tenendo sotto controllo i parassiti.

All’ombra di una palma riposava Otrok, lo sciamano anziano della tribù. Aveva il capo e la vita adornati con variopinte penne d’uccello e dei barbigli rossi che pendevano dal collo. Il muso era dipinto di giallo come il sole mentre il contorno degli occhi era tinto d’azzurro come il cielo e degli stessi colori spiccavano rune magiche sui fianchi e su entrambe le cosce. Alla cintura portava un’ascia d’ossa, un pugnale cerimoniale un paio di fiaschette contenenti chissà quale liquido e una zucca dalla forma allungata. Sulla schiena aveva una struttura costruita con legnetti cavi a cui erano legate delle libellule e dalla quale pendeva una gabbia di vimini intrecciati piena di lucciole.

«Oh venerabile Otrok, sciamano del Falco. Per il cielo che ci sovrastra, la terra che ci nutre e la linfa che scorre nelle nostre vene, vengo in cerca del favore degli spiriti», disse rispettando la formula tradizionale.

«Nella luce dell’alba vieni in cerca di saggezza e di potere», disse l’anziano avanzando verso di lui. «Perché invochi il Falco?».

«Per la grande caccia che attende».

Otrok si recò vicino al tronco di un albero, estrasse il pugnale cerimoniale dalla lama coperta di rune e incise tali stesse rune nella corteccia. Ne colò un rivolo di densa linfa verde che raccolse in una ciotola di terracotta. Pronunciò delle parole nella lingua spiritica segreta ponendo una mano sull’incisione e il taglio si rimarginò immediatamente come se non fosse mai stato inferto. Appoggiò la ciotola su una pietra rotonda in mezzo al prato e si sedette per terra a gambe incrociate.

«Una libellula per il vento, una lucciola per il sole», disse prendendo gli insetti dai lacci e dalla gabbia in vimini e gettandoli nella linfa per poi sminuzzarli con un pestello. «Una fetta di zucca per la madre terra che ci nutre e il sangue per il fuoco della vita».

A un suo cenno un apprendista gli portò un piccolo roditore a cui lo sciamano tagliò la gola provocando un’acuto squittio e uno schizzo di sangue caldo finì nella ciotola, poi ne gettò il corpo. Continuò a lavorare con il pestello finchè tutti i pezzi non furono perfettamente sminuzzati, poi pronunciò nuovamente una formula nella lingua spiritica e la pozione assunse un bagliore interno.

«Per la gloria del Falco», disse offrendogli la ciotola. «Bevetene tutti».

Korm bevve per primo poi passò la ciotola agli altri cacciatori. Subito si sentì inebriato come fosse ubriaco, gli formicolavano le dita e la vista si acuì, poteva distinguere con precisione la trama della corteccia e sentire il ronzio delle ali delle lucciole. Percepiva il passo delle formiche tra l’erba che andavano a nutrirsi del corpo del roditore ancora caldo. Sentiva di poter spezzare la pietra col pugno.

«Per la gloria del Falco», urlò alzando la lancia al cielo. «Ho il potere!».

Lo sciamano annuì col capo e prese un contenitore in terracotta ripieno di una mistura oleosa di gesso. Ne raccolse una manciata e la sfregò tra le mani, poi gliele pose una sul viso e l’altra sul petto lasciando delle impronte bianche simili alle zampe di un falco che si asciugarono rapidamente al sole lasciando una patina grumosa sulle squame.

«Ora và, figlio del Falco», disse Otrok. «La caccia ti aspetta!».

Korm salutò l’anziano sciamano con un inchino e, seguito dagli altri cacciatori raggiunse la base di Rocca del Falco e si diresse al limitare della foresta. Gli esploratori avevano individuato la presenza di un arkemor il giorno precedente. L’immensa creatura doveva ancora essere in zona ma richiedeva una buona coordinazione per essere abbattuta, in molti tra i meno esperti avevano perso la vita dando la caccia a esemplari simili. Se fossero riusciti ad abbatterlo, la tribù avrebbe avuto di che sfamarsi per diverso tempo.

S’inoltrarono tra le frasche e avanzarono in direzione delle montagne a raggiera distanziandosi sempre di più in modo da coprire più territorio possibile. Trovare le tracce della creatura non fu difficile e quando Korm ebbe individuato una pista fresca soffiò nel fischietto emettendo il richiamo di un raro uccello canterino e in breve tempo l’intera squadra era ridunata intorno a lui. Seguirono la pista finchè il sole fu alto nel cielo e allora lo videro: la coda era lunga quanto il tronco di un albero e il dorso si levava tanto alto da sfiorare i rami della volta. La testa era adornata di corna che si protendevano in avanti come lance e il collo era protetto da uno scudo osseo spinato. I grandi occhi guizzavano di lato mentre con la bocca terminante in un poderoso becco sminuzzava la corteccia di un albero che aveva abbattuto.

Korm fece un gesto ai suoi e la squadra si divise in due gruppi che andarono ai lati della bestia mentre lui vi si portava davanti. L’arkemor levò la testa dal tronco ed emise un profondo barrito guardandosi attorno e annusando l’aria.

Korm suonò il fischietto e la banda di cacciatori saltò fuori dalla copertura attaccando l’animale. Spiccarono salti incredibili grazie al potere del falco che li pervadeva e colpirono la spessa pelle del fianco dell’arkemor con le lance, infilzandole ben oltre la punta d’osso. La bestia lanciò un barrito di dolore e si scosse per scrollarseli di dosso ma questi si avvinghiarono grazie al poderoso unghione delle zampe posteriori che penetrò in profondità nella carne.

Il sangue sprizzò dalle ferite e l’odore ne permeò l’aria facendo impazzire l’arkemor che partì alla carica ma Korm gli si parò davanti. Saltò sul muso dell’animale prima che questo potesse rendersene conto evitando gli spuntoni ossei e mirò agli occhi ma la lancia venne deviata dallo scudo e con uno scatto del collo la bestia lo scagliò lontano. Korm si ritrovò a terra in un misto di foglie e fango ma non si fece scoraggiare e si rimise in piedi all’istante. L’arkemor procedeva nella foresta abbattendo le piante al suo passaggio come fossero fuscelli, i cacciatori non erano così resistenti e alcuni si schiantarono sui tronchi rimanendo storditi a terra.

Korm ringhiò e partì all’inseguimento. Il potere del falco gli aveva messo le ali ai piedi e grazie alle ampie falcate recuperò velocemente terreno. Aveva quasi raggiunto la punta della coda quando sentì un forte richiamo d’uccello che non riconobbe. Una selva di frecce scaturirono dalle fronde sibilando e colpendo sia la creatura che i cacciatori che le stavano avvinghiati.

Korm guardò ai lati e vide sei guerrieri in avvicinamento da sinistra, portavano armature in listelle legno e lance dalla punta di pietra. Erano vestiti di foglie e disegni di zampe artigliate di colore rosso cocciniglia spiccavano come frutti maturi. Oltrepassò i corpi crivellati di due dei suoi e sibilò ai nemici che avanzavano. Con un poderoso balzo raggiunse la coda e vi si arrampicò fino ad arrivare sulla groppa dell’animale. I cacciatori sul fianco destro non si erano resi conto di niente quindi soffiò nel fischietto per attirare la loro attenzione.

«La Tribù del Giaguaro! Sei guerrieri dal lato sinistro».

Tenendosi in equilibrio strinse il manico della lancia preparandosi all’arrivo dei nemici. Due frecce volarono passando a pochi centimetri dalla sua spalla e un guerriero spiccò un salto arrivando a metà del dorso dell’arkemor. Veloce come un serpente Korm lo infilzò affondando la lancia attraverso la base del collo e penetrandolo fino ai polmoni. Lo sventurato cadde nel sottobosco, morto all’istante. Guardando indietro, Korm vide nella scia di alberi abbattuti che l’arkemor si lasciava alle spalle falchi e giaguari che si avventavano gli uni sugli altri. I suoi avevano il vantaggio numerico per cui non se ne preoccupò ma due nemici continuarono a inseguire lui e la bestia.

Saltarono entrambi sulla coda dell’animale e il primo gli si scagliò addosso senza rallentare. Korm deviò la punta della lancia usando la propria e ruotò colpendolo alla tempia con l’altra estremità facendolo rotolare giù dal dorso, finì a terra e venne travolto dalle zampe dell’arkemor in un suono di ossa spezzate.

Il secondo giaguaro approfittò del fianco che aveva lasciato scoperto per attaccarlo e Korm dovette sbilanciarsi per evitare il colpo finendo esternamente sul dorso: aveva le spalle sullo strapiombo. Si avvinghiò alla bestia sfruttando gli unghioni delle zampe posteriori e si abbassò schivando una serie di affondi.

«Per la gloria del Falco!», urlò gettandosi al contrattacco sferrando tre affondi a sua volta, uno diretto al fianco, uno al petto e l’ultimo al collo. Quando l’avversario ebbe alzato la guardia scattò in avanti con la testa assestando un poderoso morso al tricipite. Le listelle di legno lo protessero dai canini seghettati ma lo stesso il giaguaro si sbilanciò e barcollò all’indietro. Korm non aspettava altro e approfittando dell’attimo di tentennamento balzò al centro della schiena dell’arkemor rimettendosi in equilibrio e gli sferrò un calcio in pieno petto rompendo la pettorina di corteccia, lasciando un profondo taglio con l’artiglio e scaraventandolo a terra. In un balzo gli fu sopra tagliandogli la gola con un ampio movimento del braccio.

Emise un sibilo di vittoria e scaraventò lontano il corpo esanime del suo avversario. Si avviò sulla groppa traballante avvicinandosi alla testa dove impugnò alta la lancia con entrambe le mani.

«Per il Cielo e la Terra», disse e la conficcò nel collo dell’animale con tutta la sua forza spezzando la colonna vertebrale.
L’arkemor piombò a terra e Korm atterrò sulle foglie con un balzo.

«Per la gloria del Falco!», urlò ancora una volta, inebriato.

La preda era abbattuta. Tuttavia, molti guerrieri avevano perso la vita.
​
La Tribù del Giaguaro avrebbe pagato caro questo affronto.
Iscriviti alla newsletter
seguimi sui social
SUPPORTAMI SU PATREON
Picture

  • Home
  • Libri
    • Odissea per TRAPPIST-1
    • Xenomelia
    • Il Segreto di Silver City
    • Omicidio nel Quartiere del Dragone
  • Racconti
    • Fantascienza >
      • Il Costruttore di Mondi
      • Il Motore Immobile
      • Il Piano Astrale
      • L'ultimo padiglione
      • La Città Cupola
      • La Colonia Madre
      • La Sonda di Bracewell
      • Progetto Odissea
      • Punto di Non Ritorno
      • Reperto 2X4K Umano in Criostasi
      • Ritorno al Grande Mare
      • Xenomelia
    • Fantasy >
      • Animali Veloci e Cacciatori Lenti
      • Faida nel Deserto
      • L'attacco del mastodonte
      • La Cripta del Simbionte
      • La Tribù del Falco
      • Lastelor
      • Xargoth L'Immortale
    • Fiabe & Favole >
      • Per Bambini >
        • Alice e il pesce dorato
        • Rametto il Folletto
        • Sir Percival il Pesce
        • Sir Percival il Pesce e la Dama del Lago
        • Taito della Foresta Blu
      • Per Adulti >
        • Gulden Draak
        • Luppolo Mannaro
        • Wyatt - Operazione Zuppa di Pesce
    • Horror >
      • La preda che si credeva il cacciatore
      • Una giornata al Santa Dinfna
    • Humor Nero >
      • Taigeto
    • Science Fantasy >
      • Marit
    • Supereroi >
      • Missione Sottomarina
      • Unità Contenimento Disastri
  • Patreon
  • Chi Sono
    • Concorsi Letterari
    • Domande Comuni
  • Contatti